domenica 18 ottobre 2009

La scuola e le ore di religioni



di Gianni Ferracuti

L’idea del ministro Urso di istituire l’ora di religione islamica nelle scuole per gli studenti musulmani è forse lodevole per le buone intenzioni (di cui peraltro sono lastricate le strade che portano all’inferno), ma appartiene al novero delle cose irrealizzabili tecnicamente e sbagliate nel merito e nel metodo.

Tecnicamente irrealizzabile. L’insegnamento del Corano va fatto nel modo in cui i musulmani pensano che debba essere fatto, e non nel modo in cui sta comodo a noi. Ciò richiede l’assunzione di docenti molto esperti nell’arabo classico e nella tradizione esegetica del Corano, con stravolgimento delle norme di assunzione del personale docente, e una certa incertezza circa chi debba indicare questi docenti (l’islam non ha un corpo sacerdotale, una gerarchia ecclesiastica), quale islam debba essere insegnato da tali docenti (quello saudita, quello irakeno, quello sciita, o perché no l’islam europeo di Bosnia o Spagna…). Per non parlare del fatto che, dando un servizio di insegnamento della lingua sacra ai ragazzi musulmani, non si vede perché negarlo anche agli ebrei o ai cristiani ortodossi di tradizione greca o bizantina, per non parlare delle legittime esigenze delle comunità valdesi ed evangeliche di avere la loro ora di religione… Questa attività confessionale finirebbe per assorbire tutte le già magre risorse della scuola italiana, che già sta soccombendo di suo sotto i colpi dei ministri competenti, meglio noti come i quattro dell’apocalisse: Moratti, Mussi, Fioroni, Gelmini (dulcis in fundo).

Sbagliata nel merito. Se noi prendiamo un gruppo classe e, in determinati momenti, lo dividiamo (senza che questa divisione si ricomponga per una sintesi) in base all’appartenenza religiosa, ciò che otteniamo non è un aiuto all’integrazione, ma l’esatto contrario, un rafforzamento della separatezza, una spinta alla nevrotizzazione del senso di identità. Chiunque ha esperienza didattica lo può confermare. Semmai sarebbe più intelligente, e quindi meno proponibile, insegnare cos’è l’islam ai ragazzi cristiani e cos’è il cristianesimo ai ragazzi islamici (e ad entrambi cos’è l’ebraismo).
Quando Massimo D’Alema, che pure ha un notevole passato di militante di sinistra, accetta sostanzialmente la proposta Urso, dimentica che la gestione ottimale di una situazione complessa e interculturale è meglio garantita da uno stato che rafforza la sua laicità. Uno stato che non si pone come confessionale è la migliore tutela del diritto costituzionale di ogni cittadino di praticare la fede in cui crede, senza discriminazione alcuna (si veda l’esempio della Germania). Sarebbe dunque molto più produttivo abolire l’ora di religione, cattolica o islamica che sia, nella scuola di stato, e sostituirla con insegnamenti scientifici come la Storia delle religioni o la filosofia. In una concezione corretta dei rapporti tra società e stato, ciascun cittadino dovrebbe curare l’educazione dei propri figli nella sua autonomia e pienamente garantito nelle sue scelte, mandandoli, se vuole, in parrocchia, in sinagoga o nella moschea (su questo punto convergono sia il liberalismo, sia la dottrina sociale della chiesa – e potrei fare parecchie citazioni).

Sbagliata nel metodo. Quando ci si occupa di questioni interculturali, sperando di incidere positivamente nella realtà, si dovrebbe partire non da ciò che a noi sembra più utile per il gruppo minoritario, ma da ciò di cui la comunità minoritaria sente di avere bisogno; poi può anche darsi che questi bisogni non possano essere soddisfatti, ma intanto si deve partire da una ricognizione, non da un’illusione. Orbene, è molto probabile che quasi nessun musulmano italiano sia interessato alla proposta di Urso, mentre da tempo vengono fatte richieste semplici e precise: per esempio, poter disporre di locali, da loro pagati, nei quali poter pregare il loro dio (tecnicamente si chiamano moschee, e sembra che facciano una paura matta: qualcuno le ritiene covi terroristici, qualcun altro vi compie oltraggi sacrileghi alla porchezio, addirittura capita che similzoccole in cerca di comparsata televisiva vi si rechino a dare scandalo gratuitamente).
Sarebbe anche il caso di separare la questione della confessione religiosa dalla questione dell’immigrazione. Convertirsi all’islam è una scelta che la legge italiana considera legittima e rispetta, e in molti casi viene compiuta da cittadini italiani che non sono immigrati o figli di immigrati: uno dei più intelligenti e preparati esponenti dell’islam italiano, lo sheik Abd-‘al Wahid, è un italiano appartenente alla famiglia Pallavicini. Nello stesso tempo, molti immigrati che arrivano in Italia sono musulmani non praticanti, spesso di cultura marcatamente laica, che in Italia non trovano spazi di socializzazione che non siano la Caritas o i Centri islamici…
Naturalmente, per poter agire con una buona metodologia interculturale, basterebbe informarsi presso gli esperti. I quali, peraltro, sono pochini: sono anni che in Italia si smantellano sistematicamente le strutture impegnate nei progetti o nella formazione interculturale: si tolgono finanziamenti a questo settore, che costruisce le relazioni sociali del futuro e, incrementando una corretta integrazione, agisce come una cura preventiva contro la diffusione della piccola criminalità, dell’intolleranza e del razzismo – tutte cose che costeranno ai bilanci dello stato molto di più dei pochi spiccioli richiesti dalla prevenzione.
E siccome ci sono fatti su cui ho smesso di polemizzare, ma di cui non mi sono dimenticato, ricordo la distruzione, progettata a tavolino, del corso di Laurea in Scienze e Tecniche dell’Interculturalità della Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste, perpetrata con ostinazione, fino ad ottenerla con una votazione che il Consiglio di Stato a dichiarato illegale. (tutte le informazioni sul fatto – con l’interpretazione dei favorevoli e dei contrari – si trovano su http://www.interculturalita.it/blog/chiusura0.html: non è mia intenzione riaprire la polemica, e ogni post eventualmente dedicato a questo tema specifico sarà cancellato dal blog).