domenica 18 ottobre 2009

Nassirya, fine missione: "In nome del petrolio, la verità scomoda"


Fonte:
http://www.facebook.com/note.php?note_id=156662564153&ref=nf



"In nome del petrolio - la verità scomoda" è il titolo di un'inchiesta realizzata nel 2005 da Rainews24 sulla missione italiana in Iraq. Nel reportage viene mostrato un dossier del governo, redatto sei mesi prima della guerra in Iraq, nel quale la Nassiriya risulta una località strategica per l'Italia, rispetto ai nostri interessi petroliferi. Foto, filmati e testimonianze sull'attività del contingente italiano dimostrano che, in realtà, il motivo principale della nostra presenza a Nassiriya è la protezione di oleodotti e raffinerie, in una zona ricchissima di giacimenti.


Multimedia

Rainews24 - "In nome del petrolio - la verità scomoda (NASSIRIYA)" - Parte 1
Rainews24 - "In nome del petrolio - la verità scomoda (NASSIRIYA)" - Parte 2
Rainews24 - "In nome del petrolio - la verità scomoda (NASSIRIYA)" - Parte 3

Grazie al gruppo "STOP THE CENSURE"


http://www.rainews24.it/ran24/inchieste/innomedelpetrolio.asp


Ora la missione è finita con un bel risultato: L'Eni si è aggiudicata Zubair, uno dei maggiori giacimenti di petrolio al mondo.

Nel frattempo, persone innocenti hanno perso la vita, è stata spesa una montagna di soldi per portare la "pace" in quei territori, alcuni soldati sono morti nella strage e i media hanno diffuso tante menzogne per nascondere le vere ragioni della missione in Iraq.

Come volevasi dimostrare...

Eni vince la partita Zubair, "uno dei maggiori giacimenti al mondo"




Londra, 14-10-2009

"Zubair è uno dei maggiori giacimenti di petrolio al mondo". Non nasconde la soddisfazione l'ad Eni, Paolo Scaroni, in un'intervista al Financial Times: il cane a sei zampe si è aggiudicato la concessione per lo sviluppo del giacimento 'giant' Zubair, in Iraq.

Il campo, spiega Scaroni, "è uno dei pochi in grado di produrre più di un milione di barili al giorno". Scaroni ha poi precisato che l'obiettivo di innalzare la produzione del campo da 200.000 barili al giorno a 1,125 milioni entro sette anni potrebbe richiedere investimenti per circa 10 miliardi di dollari.

No allo spezzatino

L'idea del fondo Knight Vinke, l'azionista Eni che preme per una separazione delle attività del gas da quelle del petrolio, "distruggerebbe valore" del gruppo petrolifero, sostiene Scaroni sul Financial Times.

"Essere cosi' grandi nel gas - afferma Scaroni - è molto positivo per la nostra attivita' petrolifera. Il semplice fatto che compriamo gas dall'Algeria, dalla Libia e dall'Egitto ci rende leader nell'upstream (petrolifero) in questi tre Paesi, che rappresentano cosi' il 40% del nostro upstream petrolifero". Nell'intervista, Scaroni nega anche qualsiasi interesse nel nucleare italiano, su cui invece spinge il fondo Knight Vinke: "Al momento - spiega - non fa parte dei nostri piani".

Greggio verso i 70 dollari

Nell'intervista, Scaroni si sofferma anche sul prezzo del petrolio, giudicando "realistico" un livello intorno ai 70 dollari e affermando che la crisi ha inciso sui prezzi meno del previsto: "Sono piuttosto sorpreso dai livelli dei prezzi del petrolio attuali, perche' pensavo che sarebbero stati molto più bassi".

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=132871